Gli studi clinici sono percorsi di studio effettuati su soggetti che soffrono di una determinata patologia al fine di comprenderne il decorso e le cause, individuare trattamenti idonei o comunque implementare le cure già esistenti, per garantire una migliore qualità della vita ai pazienti.

 

Uno studio clinico prevede in genere la presenza di volontari, sia sani che affetti da patologie specifiche, con l’intento di migliorare le tecniche di diagnosi e di cura. La ricerca continua di farmaci, terapie e trattamenti farmacologici o chirurgici richiede infatti uno studio continuo da parte dei medici, e questo sistema rappresenta il metodo più affidabile e preciso.

 

Il lavoro di traduzione nel contesto dello studio clinico e della sperimentazione richiede necessariamente che il traduttore sia a conoscenza della terminologia medica, considerando che i testi con cui più spesso ha a che fare sono i protocolli medici, le relazioni scientifiche e i moduli informativi distribuiti ai pazienti.

 

La randomizzazione degli studi clinici

 

Gli studi clinici randomizzati possono prevedere, ad esempio, che i partecipanti vengano suddivisi in due o più gruppi, la cui assegnazione avviene in modo casuale. Di questi gruppi, di solito uno viene sottoposto al trattamento sperimentale, mentre l’altro, o gli altri, sono destinati ad una funzione di confronto. In pratica, la randomizzazione consiste nell’assegnare un paziente ad uno dei gruppi predefiniti: potrebbe quindi rientrare nel gruppo a cui viene somministrato il farmaco in questione, oppure una terapia alternativa o addirittura un placebo.

 

Esiste inoltre un’altra distinzione: lo studio clinico randomizzato può essere cieco (blinded) o “mascherato”, nel senso che i soggetti coinvolti non sono a conoscenza del gruppo al quale sono stati inseriti, così come non ne vengono informati i loro assistenti o famigliari né gli operatori che eseguono controlli e monitoraggi.

 

Per tale ragione anche il lavoro del traduttore diventa complicato e deve adeguarsi alle diverse fasi della ricerca e della sperimentazione, che prevedono l’elaborazione di relazioni, documenti e modulistica adeguata.

 

Quali sono le fasi di uno studio clinico

 

Normalmente, come abbiamo detto, uno studio clinico si compone di diverse fasi. Nella prima fase i ricercatori si accertano della sicurezza di un determinato protocollo, per poi procedere con analisi e monitoraggi nelle fasi successive, per rendersi conto dapprima dell’efficacia di una terapia, e successivamente comparandola con gli standard del momento, cercando di capire quali possono essere i vantaggi.

 

Esistono comunque diverse categorie di studio clinico, che possono riferirsi alla sperimentazione farmacologica, alla ricerca dei fattori di rischio, all’osservazione di una specifica patologia o fascia di età e così via. Di conseguenza anche il traduttore deve predisporsi verso ogni diversa situazione e scegliere lo stile di comunicazione più idoneo e facile da comprendere.